giovedì 8 dicembre 2016

STARBOOKS REDONE DI NOVEMBRE 2016: I VINCITORI



Sono state tante le ricette che hanno partecipato al Redone di Novembre... grazie a tutti!!!

Ecco i vincitori che parteciperanno come Redoner allo Starbooks di Gennaio, visto che a Dicembre siamo in vacanza :)))



PRIMA CLASSIFICATA







SECONDA CLASSIFICATA







TERZA CLASSIFICATA



Strudel di Mele, Cafè Iris Bolzano


Chiediamo alla prima classificata di inviare una mail a: lostarbook@gmail.com, indicando l'indirizzo a cui spedire il premio :)
Complimenti a tutti e... ci vediamo a Gennaio con il nuovo libro!!!


Buon Natale!!!


domenica 4 dicembre 2016

STRUDEL DI MELE


Chiudiamo le pubblicazioni dei post per il Redone ricevuti via email, con i ragazzi del Cafè Iris di Bolzano. Grazie ragazzi per il vostro entusiasmo!

Strudel di mele
Dal libro “Baklava to Tarte Tatine” di B. Laurance

Ingredienti:

per la pasta
·         200 gr di farina
·         110 ml acqua
·         15 gr burro
·         Un po’ d’olio


Per il ripieno
·         6 mele
·         Il succo di mezzo limone
·         60 gr uva passa
·         75 gr noci
·         ½ cucchiaino cannella macinata
·         50 gr zucchero di canna


Per la finitura
·         125 gr burro non salato
·         1 confezione di zucchero a velo per spolverare

Preparare l’impasto:
mettere la farina nel contenitore dell’impastatrice con gancio per impastare , impostarlo a bassa velocità e aggiungere l’acqua.
Quando l’impasto forma una palla, aggiungere il burro e impastare per circa 15 minuti, fino a quando l’impasto risulterà liscio e morbido al tatto (se necessario aggiungere 1 cucchiaio d’acqua e mescolare per altri 5 minuti).
Formare una palla, spennellare la superficie con un po’ d’olio, coprire con pellicola trasparente e lasciare riposare a temperatura ambiente per 1 ora. se impastato bene, risulterà molto elastico e sarà possibile stenderlo in modo sottile.

Mentre l’impasto riposa, sbucciare le mele e tagliarle in piccoli cubetti, bagnarli con il succo di limone così non diventeranno scuri, aggiungere l’uvetta, la cannella, le noci spezzettate e lo zucchero. Anche se non viene ammollata in acqua, l’uva passa cuocerà comunque bene.

Prendere un panno pulito di dimensioni 70x50, stenderlo su una superficie piana, infarinarlo in modo che l’impasto non si attacchi e mettere l’impasto al centro di esso. Stenderlo con il mattarello facendo attenzione a non bucarlo, l’impasto deve essere abbastanza sottile da far intravvedere il panno sotto di esso. Con un coltello rifilarlo a forma di rettangolo.

Preriscaldare il forno a 170 gradi, preparare una teglia rivestendola con la carta da forno.
Stendere le mele sull’impasto ricoprendo i ¾ della superficie e lasciare un bordo di 2-3 cm, sciogliere il burro e ungere la superficie della pasta senza mele.
Arrotolare l’impasto e man mano spennellare con il burro, ripiegare i bordi verso l’interno prima di arrotolarlo. Quando si arrotola, togliere con un pennello asciutto la farina in eccesso.
Spennellare l’intera superficie dello strudel (che sembrerà una grossa salsiccia) con il restante burro fuso e cuocere per circa 1 ora, 1 ora e 15 minuti spennellando con il burro ogni 30 minuti.
Mettere la teglia su una griglia e lasciar raffreddare lentamente, poi spolverare con lo zucchero a velo.
Tagliare generose fette da servire da solo o accompagnato da salsa alla vaniglia.

Osservazioni da altoatesini doc
·         La pasta è troppo dura, la ricetta dell’Alto Adige prevede nell’impasto altri ingredienti (che alleghiamo)

1Uovo, 200 gr farina, 4 cucchiai di zucchero di canna, 1/2 bicchierino di grappa facoltativa, 1/2 bicchierino di latte, 3 cucchiai olio di semi, si mescolano gli ingredienti e si lascia riposare 1 ora
·         Abbiamo steso la pasta direttamente sulla carta da forno, il procedimento con lo strofinaccio è troppo laborioso e si rischia di rompere il dolce trasferendolo nella teglia.

·         6 mele sono troppe, ne bastano 4, dopo aver steso le mele sull’impasto, spolverizzare con una bella manciata di pangrattato. Questo trucco assorbe i succhi delle mele e la pasta si può cuocere anche sotto. Senza il pangrattato le mele bagnano troppo la parte sotto del dolce lasciandolo un po’ crudo.

·         Ricetta bocciata….restiamo fedeli al “nostro” Apfelstrudel…



Il team del Cafè Iris

sabato 3 dicembre 2016

MAQLUBA


Oggi pubblichiamo il contributo al Redone di Novembre di Victoria, ricevuto tramite email

Il pranzo della domenica e le foto smarrite (!?)
Io: me le mandi le foto della ricetta?
Marito: quali foto?
Io: come quali? Quelle della ricetta che ho fatto qualche giorno fa col tuo telefono (si, io fotografo col telefono) perché col mio vengono scure.
Marito: ma io non ho nessuna foto. Cercale anche tu, ma a me non sembra di avere alcuna foto di ricetta!
Lo ammetto, mi sono arrabbiata! Le foto del post svanite in un puff (o forse in un click.. e anche più di uno visto che erano diverse). 
Ad una riflessione più attenta, in realtà, posso confessare che poi non ero così arrabbiata come situazione avrebbe meritato. Perché l’occasione di ripetere questa ricetta che mi giro e rigiro per le mani era veramente tanto ghiotta. E quindi… l’ho rifatta! 
Quando le amiche blogghers (“blogghiste” per me) parlano di Ottolenghi si sente nell’aria un tono come di adorazione, di venerazione. Io non lo conoscevo e non conoscevo nemmeno questo libro Jerusalem. Ma certo la cosa non fa notizia visto che io non conosco un buon 70% degli chefs che nominano le suddette “blogghiste”, una cosa però posso dirla: mi si è aperto un mondo! Un mondo su una cucina tradizionale, quella di Gerusalemme, che risente,  nell’uso delle spezie, delle influenze che sembrano provenire dall’India e dal nord Africa. Un libro bello da sfogliare, piacevole da leggere (anche la traduzione italiana non è malvagia) e intrigante da “provare”.
Io l’ho fatto partendo dal “pranzo della domenica”, ma è molto probabile una nuova incursione:
MAQLUBA
(tratto da Jerusalem di Yotam Ottolenghi con Sami Tamimi)

PER QUATTRO/SEI
2 melanzane di misura media (in tutto 650 g) tagliate a fettine da ½ cm
320 g di riso basmati
6/8 cosce di pollo disossate, con la pelle (800 g circa in tutto)
1 grossa cipolla sbucciata e tagliata in quarti per il lungo
10 grani di pepe
2 foglie di alloro
olio di girasole per friggere
1 cavolfiore di mezza misura (500 g) diviso in grosse cime
burro fuso per ungere la casseruola
3/4 pomodori a media maturazione (in tutto 350 g) tagliati a fette da 0,5 cm
4 grossi spicchi d’aglio tagliati a metà
1 cucchiaino di curcuma macinata
1 cucchiaino di cannella macinata
1 cucchiaino di pimento macinato
¼ di cucchiaino di pepe nero macinato
1 cucchiaino di baharat (per la ricetta, dello stesso Ottolenghi, vedi sotto)
30 g di pinoli passati fino a doratura in 15 g di ghee o in burro non salato (io burro conad scaldato e schiumato)
yogurt con cetriolo in quantità sufficiente
sale

Anche se questa corposissima e gustosa specie di torta salata non riesce a mantenere la sua forma – per contribuire a un buon risultato, sostiene Sami, tutti i componenti della famiglia devono collaborare, mettendo i palmi delle mani sotto la pentola capovolta e aspettare i 3 minuti previsti – il suo trionfo di sapori non vi deluderà. Rimando al libro per avere più notizie sulla maqluba.
Sistemate le fette di melanzana su un foglio di carta da cucina, cospargetele di sale su entrambi i lati e lasciatele lì per 20 minuti a perdere un po’ d’acqua.
Lavate il riso e mettetelo in ammollo in abbondante acqua fredda con un cucchiaino di sale, per almeno mezz’ora.
Nel frattempo scaldate una grossa casseruola e cuocete a fuoco vivace il pollo per 3/4 minuti o fino a che si sia dorato su entrambi i lati (la pelle del pollo dovrebbe produrre abbastanza grasso per la cottura: se non basta aggiungete un po’ di olio di girasole). Mettete nella casseruola la cipolla, i grani di pepe, le foglie di alloro e 900 ml d’acqua. Portate a ebollizione, mettete il coperchio e fate andare per 20 minuti. Tirate fuori il pollo dal brodo e mettetelo da parte. Mettete da parte il brodo, che userete dopo, e con una schiumarola eliminate il grasso.
Mentre il pollo starà cuocendo, scaldate su una fiamma media una pentola o una pirofila, preferibilmente antiaderente, con un bordo alto più o meno 12 cm e un diametro di 24. Riempitela di olio di girasole fino a un livello di circa 2 cm. Quando cominciate a vedere affiorare in superficie delle bollicine, mettete nell’olio alcune cimette di cavolfiore (attenzione agli schizzi!) e friggetele per 3 minuti fino a doratura. Servitevi di un cucchiaio forato per togliere dal recipiente il primo quantitativo di cimette, che deponete su carta da cucina, spargendovi poi un po’ di sale. Ripetete l’operazione con il resto del cavolfiore.
Con un po’ di carta da cucina asciugate le fettine di melanzana e friggetele un po’ alla volta.
Togliete l’olio dalla casseruola e pulitela bene. Se non è del tipo antiaderente rivestite la base con carta da forno tagliata in misura e ungete le pareti con del burro fuso. Eccovi pronti a disporre gli strati della maqluba.
Cominciate con le fette di pomodoro, disponendole in modo che si sovrappongano un po’, e proseguite con le fettine di melanzana. Sarà poi la volta dei cavolfiori e delle cosce di pollo. Scolate accuratamente il riso e distribuitelo sopra lo strato più alto, e sopra il riso distribuite i pezzetti di aglio. Prendete 700 ml del brodo di pollo che avrete messo da parte e aggiungeteci tutte le spezie e un cucchiaino di sale. Versate il brodo sul riso e esercitate una blanda pressione con le mani facendo in modo che il riso sia completamente coperto. Se non basta, aggiungete altro brodo o dell’acqua.
Mettete la casseruola su una fiamma media e portate il contenuto a bollore. Non è necessario che il brodo bolla energicamente, ma assicuratevi che lo faccia prima di mettere il coperchio: a questo punto abbassate la fiamma e fate andare a temperatura moderata per 30 minuti. Non cedete alla tentazione di togliere il coperchio: dovete lasciare cuocere a vapore il riso come si deve. Una volta cotto, via la casseruola dal fuoco, via il coperchio, rapidamente mettete al suo posto un canovaccio, poi sopra questo rimettete il coperchio in modo da chiudere bene la casseruola. Lasciate riposare il contenuto per 10 minuti.
A questo punto, togliete il coperchio e mettete al suo posto un piatto rotondo da portata o un vassoio e, tenendo saldamente la casseruola con entrambe le mani, capovolgetela rapidamente. Lasciatela così capovolta per 2/3 minuti, poi sollevatela. Guarnite con pinoli e servite con yogurt e cetriolo.

Baharat
 1 cucchiaino di grani di pepe
 1 cucchiaino di semi di coriandolo
 1 piccola stecca di cannella sminuzzata
 ½ cucchiaino di chiodi di garofano
 ½ cucchiaino di pimento macinato
 2 cucchiaini di semi di cumino
 1 cucchiaino di semidi cardamomo
 ½ noce moscata grattugiata
 C’è un numero infinito di miscele di spezie nella regione: variano secondo la disponibilità della materia prima, i gusti e gli usi locali. La traduzione letterale del vocabolo arabo baharat è “spezie”: si tratta di una miscela che si adopera per aromatizzare piatti di carne e di pesce, stufati, legumi e cereali. Fatevela in casa e mettetela in un contenitore di vetro chiuso ermeticamente: si conserva fino a 8 settimane.
Vi raccomandiamo, per fare questa miscela – ma vi servirà per molte altre occasioni – di procurarvi un macinaspezie. È uno degli utensili da cucina che usiamo di più, non è necessario comprarne uno costoso. Se usate un mortaio e un pestello, il cardamomo dovete procurarvelo macinato, perché la macinazione manuale dei suoi semi sarebbe problematica.
Mettete tutte le spezie in un macinaspezie o in un mortaio, e macinatele fino a ridurle in una polvere sottile. Mettete la polvere in un contenitore perfettamente chiuso: si conserva fino a 8 settimane.


NOTE
Finalmente niente note sulla mia traduzione del testo dal momento che il libro è già tradotto in italiano.
In verità non ho molte note da aggiungere di alcun genere. Addirittura mi prendo anche la libertà di smentire lo stesso Ottolenghi (chiedo perdono per questo) perché, con un po’ di organizzazione, si riesce anche a capovolgere e sformare la maqluba senza “romperla”. Credo che il segreto consista anche nel pressare la carne e le verdure per bene. A dire il vero, nella seconda versione, credo di averle pressate forse un po’ troppo o, forse, non ho lasciato troppo spazio fra le fette di melanzana, perché, nella parte centrale, il riso è rimasto leggermente duro (poco cotto). Suggerisco di pressare le verdure ugualmente e alla fine praticare dei fori (ad esempio con degli spiedini di legno) in modo da permettere al vapore di circolare per bene.
Il mix di spezie è talmente ben dosato che è davvero piacevolissimo sentirne l’odore spandersi per la casa durante la cottura.
Sempre sindacabile il mio giudizio ma mai come questa volta
PROMOSSA
Victoria (al secolo Marina)

venerdì 2 dicembre 2016

GNOCCHI PICCANTI AL CACAO CON MASCARPONE E PECORINO



Oggi pubblichiamo un'altra ricetta che partecipa al Redone di Novembre, e che ci è pervenuta via email...

Per questo Redone ho scelto Avventure al cioccolato di Paul A. Young, un libro che non può mancare agli amanti del cioccolato, però questa volta ho provato una ricetta salata, gli gnocchi al cacao.

Gnocchi piccanti al cacao con mascarpone e pecorino

Avventure al cioccolato - Paul A. Young

Ingredienti per 4 persone o 2 generose porzioni

60 gr di farina bianca
20 gr di cacao in polvere amaro
peperoncino in polvere a piacere
un pizzico di sale marino
325 gr di patate lessate (di qualità farinosa) 
1 tuorlo
farina per il piano di lavoro
1 cucchiaio di olio evo

Per servire
200 gr di mascarpone
Pepe nero appena macinato
10 gr di foglie di basilico origano
25 gr di pecorino grattugiato (io ho usato pecorino toscano)

In una grande ciotola o con un'impastatrice lavorate insieme la farina, il cacao, il peperoncino in polvere, il sale e le patate schiacciate (Io ho schiacciato le patate sul tagliere e ho aggiunto gli ingredienti secchi). Aggiungete il tuorlo e impastate fino a ottenere un composto liscio, devo confessare di aver omesso il tuorlo, io di solito non lo uso e l'impasto non ne aveva bisogno.
Avvolgetelo in un foglio di pellicola per alimenti e fatelo riposare in frigorifero per un'ora.
Per dare forma agli gnocchi, suddividere l'impasto in pezzi che allungherete facendoli rotolare sul piano di lavoro infarinato in modo da ottenere cordoncini del diametro di 2 cm circa. Tagliateli a tocchetti di circa 2,5 cm di lunghezza. Potrete lasciare gli gnocchi in questa forma oppure farli rotolare sui rebbi di una forchetta per dar loro una rigatura superficiale. Disponeteli  man mano su un piatto foderato con pellicola.
Portate a ebollizione una grande pentola di acqua salata, tuffatevi gli gnocchi e scolateli quando affioreranno in superficie. 
Scaldate l'olio in una grande padella e fatevi saltare gli gnocchi. Togliete la padella dal fuoco e teneteli al caldo.
Condite il mascarpone con il pepe nero e mescolate bene. Distribuite gli gnocchi in piatti caldi, conditeli con il mascarpone e il pecorino grattugiato e spolverizzate con l'origano.

Note

- Il tuorlo, come dicevo l'ho omesso, le patate del nostro orto sono già farinose e non ne ho avuto bisogno. Le ho lessate perché lo prevedeva la ricetta ma preferisco cuocerle al forno, in 
   questo modo l'impasto richiede  meno farina e il gusto ne guadagna.
- Non ho mai fatto riposare l'impasto degli gnocchi in frigo, non ho notato grosse differenze quindi credo sia un passaggio che si può omettere se si ha fretta
- Consiglio di effettuare la rigatura perché così si crea l'incavo a mio parere indispensabile negli gnocchi.
- Non è la prima volta che faccio gli gnocchi, quindi so già cosa fare, ma per una cuoca alle prime armi qualche indicazione in più non avrebbe guastato
- Purtroppo il nostro origano fresco si è già seccato e non l'ho omesso.
- Il peperoncino è a piacere, io ne ho messo 3/4 di cucchiaino ma la prossima volta ne metterò di più, non erano molto piccanti.
- Ho impiattato come era indicato e come ho visto dalla foto ma poi ho ripassato gli gnocchi in padella con il mascarpone per rendere l'insieme più cremoso

Gli gnocchi sono ottimi, il mascarpone bilancia il leggero retrogusto amaro del cacao per cui anche se con qualche titubanza sulla spiegazione della ricetta e l'uso del tuorlo, la ricetta è 

PROMOSSA

Veronica Rivecca

giovedì 1 dicembre 2016

POLLO CON UVAS, VINO TINTO Y CASTANAS



Continuiamo con la pubblicazione delle ricette per il Redone di Novembre, che ci sono pervenute via email. 

Pollo con uvas, vino tinto y castanas

Chicken with grapes, red wine and chestnuts

Da TAPAS REVOLUTION

Tempo di preparazione: 20 min
Tempo di cottura: 50 min

Ingredienti:

9 castagne fresche
1,5 kg di pollo intero oppure 1 kg a pezzi
100 ml olio di oliva
5 spicchi d’aglio tritati
½ cipolla tritata
1 costa di sedano tritata
8 foglie di salvia
25 ml di brandy
200 ml vino rosso
200 ml acqua
30 acini di uva (rossa o bianca)
Sale e pepe appena macinato

Procedimento:

Versare le castagne precedentemente tagliate a metà (io le ho solamente “intaccate”) in un pentolino di acqua bollente, lasciare bollire per 10 minuti, poi scolarle e una volta fredde sbucciarle o spremerle per far uscire la polpa. Tagliare il pollo in circa 10/12 pezzi, salare e pepare generosamente.

In un tegame dal fondo spesso, a fuoco medio-alto, versare l’olio e aggiungere i pezzi di pollo . Far dorare entrambe le parti per circa 15 minuti. Aggiungere l’aglio e la polpa di castagne; dopo 1 minuto, aggiungere la cipolla e il sedano. Cuocere mescolando per 10 minuti circa, fino a che la cipolla e il sedano appassiscono.
Aggiungere le foglie di salvia, il brandy, il vino rosso e “flambare”.
Ridurre tutto il liquido e poi aggiungere l’acqua. Assaggiare, in caso aggiustare di sale e pepe e aggiungere gli acini d’uva. Ridurre al minimo la fiamma e lasciar cuocere altri 20 minuti.

NOTE:

Premesso che sono stata colta in flagrante mentre preparavo la ricetta e questa volta non ho potuto negare la presenza di “ingredienti scomodi”; ho convinto comunque il mio compagno ad assaggiare. Gli ho chiesto di “immolarsi” per giudicare la ricetta insieme a me e avere un secondo parere, estremamente importante. La risposta è stata: “assaggio il pollo ma non mi chiedere di mangiare l’uva”.
La ricetta è semplice da eseguire, abbastanza veloce e “particolare ma non troppo”, perfetta per questo clima autunnale. Per me è PROMOSSA. L’unica accortezza la prossima volta sarà quella di diminuire l’olio, è decisamente troppo.
Per il mio compagno, dopo un primo istintivo sorriso, alla domanda: com’è?? Ha risposto con mille smorfie di disgusto; salvo chiedermi il bis dopo 5 minuti e poi un: “Amore c’è ancora sughetto?”
Quindi direi: PROMOSSA senza volermi dare soddisfazione (come tutti gli uomini) e piatto pulito a specchio.

Elena Conte

mercoledì 30 novembre 2016

TIRIAMO LE SOMME, OPPURE....????


... ci facciamo gli auguri?
La risposta giusta e' la seconda, naturalmente, perche' la formula del Cesto di Natale non funziona benissimo con lo schema tradizionale dello Starbook.
Ne' d'altronde era nostra intenzione seguirlo: l'obiettivo, semmai, era quello di rispolverare un po'di vecchi libri, per  farvi venire qualche idea da ritrovare sotto l'albero, vostro o dei vostri cari. Regalare libri e' sempre un gesto d'amore, regalare libri affidabili lo e' ancora di piu'.
Dove resiste la Tradizione, invece, e' nella chiusura del nostro blog, nel mese di Dicembre. Due di noi lo useranno per rifornirsi materialmente dei prossimi libri (Amazon non va d'accordissimo con tutti i governi del mondo, ahime') e chissa' che gia' qualcosa non finisca nelle tavole imbandite per queste feste, a conferma del fatto che se lo Starbook va in vacanza, non ci vanno le Starbookers che riescono sempre a trovare un pensiero per questo progetto e per chi lo segue, con la puntualita' e l'affetto crescenti che ci dimostrate. A voi quindi tutti i nostri auguri- e ci rivediamo a Gennaio!

martedì 29 novembre 2016

MARTHA STEWART - CAKES

 


Per il cesto di Natale dello Starbooks non potevo non scegliere un libro di Martha Stewart, la concorrenza era agguerrita, basti pensare a Hugh Fearrnley-Whittingstall, Nigella Lawson o Ottolenghi solo per citarne alcuni, ma il mio amore per Martha Stewart non mi ha lasciato scelta. I libri di Martha Stewart mi hanno salvato diverse cene, le sue ricette riescono sempre e sono spiegate nei minimi dettagli. Ho scelto la Devil's food cake perché è la prima volta che vedo una versione con la copertura di meringa e non con la ganache al cioccolato.


Devil's Food Cake

Cakes Martha Stewart

Ingredienti per 10-12 persone

340 gr di burro  a temperatura ambiente (più quello per gli stampi)
100 gr di cacao amaro (più quello per gli stampi)
250 ml di acqua bollente
245 gr di panna acida
360 gr di farina
1 cucchiaino di lievito per dolci
1 cucchiaino di bicarbonato
3/4 di cucchiaino di sale
425 gr di zucchero
4 uova grandi
1 cucchiaio di estratto di vaniglia più un cucchiaino
Scaglie di cioccolato per la guarnizione (facoltative)

Preriscaldare il forno a 180 gradi. Imburrare due tortiere da 20 cm, foderare con carta forno, imburrare nuovamente e infarinare con il cacao rimuovendo l'eccesso.
In una ciotola mescolare l'acqua con il cacao fino ad ottenere un composto liscio, aggiungere la panna acida e mescolare. In un'altra ciotola mescolare farina, lievito, bicarbonato e sale.
Nella ciotola della planetaria con il gancio a foglia, o con uno sbattitore elettrico, montare il burro con lo zucchero fino a renderlo soffice e leggero, ci vorranno da 3 a 5 minuti.
Aggiungere le uova, mescolando bene ad ogni aggiunta, ridurre la velocità della planetaria e aggiungere il composto di farina in 3 volte, alternandolo al composto di cacao.
Mescolare bene e aggiungere la vaniglia.
Dividere l'impasto in parti uguali nelle teglie e cuocere in forno per 45- 50 minuti, ruotando le teglie a metà cottura. Lasciare raffreddare nello stampo sopra una griglia e far raffreddare completamente.
Livellare le torte con un coltello, se necessario ( io l'ho fatto)
Mettere il primo strato su un piatto o un alzata e stendere uno strato abbondante di frosting sulla torta, appoggiare il secondo strato e con una spatola coprire interamente con il rimanente frosting.
Guarnire con le scaglie di cioccolato se si desidera.

Per il Seven Minute Frosting

285 gr di zucchero
5 albumi
1 cucchiaio di light corn syrup ( vedi note)
2 cucchiaini di estratto di vaniglia

Far sciogliere a bagnomaria zucchero, albumi e light corn syrup per 2 o 3 minuti, sarà pronta quando sfregando fra le dita il composto risulta liscio.
Con la planetaria munita di frusta o con uno sbattitore elettrico montare per almeno 7 minuti.
Aggiungere la vaniglia e usare immediatamente

Note


-  E' una delle torte più peccaminose che abbia mai fatto ma ne vale la pena, il frosting crea dipendenza non abusatene!
-  E' ottima anche senza farcia
-  Il light corn syrup può essere sostituito dallo sciroppo di glucosio
-  La quantità di zucchero è esorbitante, nonostante tutto incredibilmente non è eccessivamente dolce. Credo però che diminuirò lo zucchero la prossima volta che la farò.
-  Ho preparato le torte il giorno prima e farcito il giorno successivo, le torte avvolte nella pellicola sono rimaste morbide come il giorno precedente.

La ricetta è spiegata nei minimi dettagli, il risultato eccezionale per cui è assolutamente

PROMOSSA


Veronica Rivecca

lunedì 28 novembre 2016

OMAR ALLIBHOY - TAPAS REVOLUTION



Per questo Starbooks “Cesto di natale”, ho scelto di “regalarvi” questo libro di cucina spagnola, per diversi motivi: è sicuramente uno dei libri che ho usato di più, le ricette sono semplici e si adattano molto ai gusti “italiani”, sono molto facili da realizzare e spiegate nei dettagli e soprattutto rappresentano la convivialità di quelle cene o aperitivi da spiluccare con amici e amiche in vena di chiacchiere. Ultima motivazione è che sinceramente guardare la copertina di questo libro è un gran bel vedere!! Chi non lo vorrebbe nella propria cucina uno chef così?? 

Le ricette che vi propongo sono due, una rappresenta una tipica tapa, e si tratta di

ALMEJAS AL AJO Y PEREJIL
Vongole con aglio e prezzemolo.

Premesso che vivo sul mare, nel vero senso della parola, una casa sulla spiaggia, un posto prenotato in prima fila ad ogni tramonto; in un posto che si chiama “Villaggio dei pescatori”.
Lavoro in una azienda che commercia pesce, sono nata e cresciuta in mezzo a mille pesci appena pescati, golosa a livelli altissimi di crostacei e frutti di mare.
Quando ho letto la ricetta ho pensato: si va beh, il classico soutè di vongole, che vorrà mai insegnarmi il bell’Omar? Un soutè di vongole con la farina?? Provo e poi “giudico”.

Per 4 – 5 tapa
Tempo di preparazione 10 min
Tempo di cottura 10 min
Ingredienti:
1 Kg di Vongole Veraci
100 ml Olio di oliva
6 – 8 spicchi d’aglio tritati (non ce l’ho fatta e ne ho messi 3)
3 peperoncini secchi tritati
10 springs of flat-leaf parsley (io l’ho tradotto come una decina di rametti di prezzemolo fresco) tritato
1 cucchiaino di farina
150 ml di vino bianco (fruttato)
Sale e pepe nero macinato

Procedimento:
Far “spurgare” le vongole per almeno 20 minuti, in modo che rilascino tutte le impurità, controllarle e nel caso ce ne fosse qualcuna aperta buttarla.
In un tegame largo mettere l’olio, l’aglio e il peperoncino; mettere su fuoco alto e far soffriggere.
Aggiungere il prezzemolo tritato, la farina, sale e pepe e mescolare per 1 minuto.
Versare il vino nel tegame e girare vigorosamente per amalgamare.
A questo punto aggiungere le vongole e coprire per 2 minuti con un coperchio.
Rimuovere il coperchio e far soffriggere ancora per due minuti; se dopo questo tempo le vongole non si sono tutte aperte, coprire di nuovo e continuare la cottura ancora un poco.
Servire immediatamente, scartando le vongole che non si sono aperte con MOLTO pane da intingere nel sughetto.

Note:
Ho provato la ricetta con l’intento di bocciarla, mettere la farina mi sembrava una eresia eppure devo ricredermi! Preparate questo piatto triplicando le dosi, soprattutto quelle del pane!
Il sughetto cremoso sarà l’oggetto di animate liti con i vostri amici e commensali.
PROMOSSA con lode.




L'altra ricetta è tipica natalizia e non avrei potuto non prepararla,si tratta di tipici biscotti natalizi, 

POLVORONES
"Christmas biscuits"
Per 8 biscotti
Tempo di preparazione 15 min
Tempo di cottura 30 min
Ingredienti
75 gr di farina di mandorle
140 gr farina 
90 gr di burro o strutto (io burro danese)
50 gr zucchero a velo
1 cucchiaino di cannella

procedimento:
Pre-riscaldare il forno a 170°, mettere le due farine in una teglia e infornare per circa 15 minuti, affinchè si tostino e rendano il colore dorato tipico di questi biscotti.
Una volta che le farine sono fredde, mixare tutti gli ingredienti insieme, a mano o con un mixer, fino a che non diventa un composto omogeneo.
Tirare con un mattarello all'altezza di circa 2 cm, con un coppapasta formare dei biscotti rotondi e schiacciarli appena con la mano.
Meettere su una placca da forno e cuocere per circa 14 minuti, fino a doratura. 

Note:
Questi biscotti sono di una semplicità e di una velocità disarmanti, non troppo dolci e le mandorle e la cannella si sposano alla perfezione. La ricetta è PROMOSSA.
p.s. Nella ricetta è specificato che nella tradizione spagnola, questi biscotti sono avvolti in pacchettini e donati come piccolo regalo natalizio, non vogliamo mica farceli scappare vero?

Elena Conte

venerdì 25 novembre 2016

LORRAINE PASCALE - HOME COOKING MADE EASY

Pollo al dragoncello con patate

Secondo appuntamento con Home cooking made easy di Lorraine Pascale.
Se l'altra volta avevo scelto uno starter, questa volta mi sono buttata su un secondo. Anche se sempre di pollo si tratta.
In  realtà, è il secondo per eccellenza. Pollo arrosto e patate. Da pranzo della domenica. E in effetti, proprio domenica a pranzo l'ho preparato, e se n'è scomparso in quattro e quattr'otto. Anzi in quattro e quattr-quattro, perché in quattro l'ho diviso: io e mio figlio ci siamo fatti fuori il quarto inferiore (coscia e accoliti), mio marito e mia figlia il quarto superiore (petto e affini).
Vi sembrerà una cosa stupida, fare un pollo con patate. Ma a casa mia non lo è, perché solitamente non entusiasma nessuno. Ma questo invece sì, ha entusiasmato tutti. Perché era morbido e croccante, perché aveva un profumino tutto suo, e soprattutto per merito di quella salsina irresistibile. Gravy. Una salsina velllutata e voluttuosa, fatta con il succhi di cottura della carne, un qualche alcolico e brodo di pollo.
E anche le sliced potatoes avevano senza dubbio un loro perché.
Insomma, un pollo arrosto che sarà pure banale ma fatto a modino ci si leccano pure le dita, come piaceva alla regina Margherita. 
Ma veniamo alla ricetta.

Pollo al dragoncello con patate
 
Lemon, terragon and garlic quick roast chicken with oven-baked potato slices

Ingredienti
5 patate medie
1 capo d'aglio non sbucciato
olio per ungere il pollo e per le patate
sale e pepe di mulinello
un pollo di circa 1,5 kg, preferibilmente allevato a terra
2 pizzichi di senape in polvere
1 limone tagliato a fettine sottili
1/4 di mazzetto di dragoncello fresco
1 bicchiere di Marsala o di vino
1 cucchiaio di farina
1 tazza di brodo di pollo
zucchero (facoltativo)

Preriscaldate il forno a 220 °C. Distribuite le patate in un singolo strato (per quanto possibile) in un'ampia teglia da forno. Schiacciate uno spicchio d'aglio e mettetelo fra le patate, irrorate con un po' d'olio, salate e pepate e cuocete in forno per circa 45 minuti.

Girate lo pollo a petto in giù e, usando un buon paio di forbici, tagliate a fianco dell'osso del petto (non tagliate direttamente l'osso in due) in modo da aprire in due il volatile. A questo punto girate il pollo a petto in su, mettete la mano sul petto e spingete in giù con decisione finché si sente un piccolo rumore secco -  questo farà sì che il pollo stia ben piatto - ed infine trasferitelo in una teglia da forno.

Ungere il pollo con un po' d'olio e cospargetelo con la senape in polvere. Distribuite le fettine di limone sopra il pollo e spargetevi alla fine gli spicchi d'aglio rimasti. Cospargete con metà delle foglie di dragoncello, salate e pepate. Cuocete in forno per circa 45 - 50 minuti, o finché il pollo è completamente cotto (il tempo di cottura dipende dalle dimensioni del pollo e da che temperatura  aveva prima di essere infornato). Per verificare se il pollo è cotto, praticate una piccola incisione con la punta di un coltello: se il liquido che esce è trasparente, senza tracce di sangue, allora il pollo è cotto.

Cinque minuti prima di togliere il pollo dal forno, infilate un piatto da portata nel forno, che servirà a mantenere il pollo al caldo una volta estratto dal forno, mentre finirete di preparare il resto.
Togliete quindi dal forno il pollo e il piatto riscaldato, e trasferite il pollo sul piatto, eliminando le fette di limone. Coprite con carta da forno e tenetelo da parte.

Lasciate giusto una cucchiaiata di fondo di cottura nella teglia del pollo, versateci il vino e fatelo ritirare a fuoco vivace, staccando con un mestolo eventuali residui di carne rimasti attaccati alla teglia. Incorporate la farina lentamente, sempre mescolando, ed infine il brodo insieme al dragoncello rimasto. Lasciate sobbollire la salsa qualche minuto, per farla addensare, quindi toglietela dal fuoco, assaggiatela e aggiustate se necessario di sale, pepe e, se piace, unite anche un cucchiaino di zucchero.

L'autrice suggerisce di servire il pollo tagliandolo a pezzi con le forbici, che è molto più semplice che usare un coltello. Suggerisce di mettere nel piatto un po' di patate, una porzione di pollo e finire con un po' di salsa.

NOTE

Patate: Nel titolo parla di "sliced potatoes" ma negli ingredienti c'è scritto semplicemente "5 medium potatoes" e da nessuna parte viene detto di che tipo devono preferibilmente essere queste patate, lo spessore delle fette, se si deve lasciare la buccia o vanno sbucciate. Sinceramente mi sembra che, soprattutto per lo stile anglosassone, così dettagliato e preciso nelle istruzioni, le informazioni siano un po' troppo parche. Io ho usato delle patate rosse, che ho pelato, tagliato a fette sottili con una mandolina e lasciato per un po' in acqua una volta tagliate per far rilasciare l'amido in eccesso ed ottenere un risultato più croccante. Quindi le ho scolate, asciugate in un canovaccio pulito e messe nella teglia sul cui fondo avevo versato un filo d'olio. A questo punto ci ho versato sopra un altro filo d'olio, ho salato e pepato e ho mescolato con le mani, per distribuire il più possibile uniformemente grasso e condimenti. Però è quello che ho fatto io, perché così facendo vengono delle patate saporite e croccanti al punto giusto, anche se non siete riusciti a metterle proprio in un unico strato mono-fetta. Mi sarebbe piaciuto leggerlo nel testo, questi o anche altri suggerimenti. Analogamente secondo me anche il semplice "drizzle with a little oil" SOPRA le patate, senza ungere minimamente la teglia, può portare a qualche spiacevole sorpresa, tipo le patate attaccate alla teglia.  Insomma, su questa patata avrei gradito un po' più di precisione. Che secondo me è mancata.

Taglio delle patate: perché scegliere questo taglio di patate, invece che i classici spicchi o cubetti? Credo che la ragione sia una, e validissima: far sì che le patate ci mettano più o meno lo stesso tempo del pollo a cuocere; se si tagliassero a spicchi, ci metterebbero almeno un'ora, e non avremmo più questa perfetta corrispondenza di tempi che ci permette di andare in tavola, in un'ora scarsa compreso il tempo necessario a tagliare le patate e sistemare il pollo nella teglia. Non a caso parla di quick roasted chicken nel titolo... Furba la Pascal! 

Pollo: Me l'ha fatto ricordare SaiPiperina con un suo commento, che ringrazio: anch'io ho preso un pollo già "spiaccicato", troppo più comodo!!!

Olio: Come molto spesso nei libri di cucina anglosassoni si parla semplicemente di olio senza specificare. Per me è solo e soltanto olio extravergine di oliva. Punto.

Dragoncello: Non sono riuscita a trovare quello fresco, ho usato quello secco. Penso che non sia esattamente la stessa cosa, quanto a profumo sprigionato, mi riservo di rifare questo pollo quando troverò il dragoncello fresco. 

Istruzioni per la preparazione e la cottura del pollo: precisissime e davvero for dummies, ottimo! Compreso l'ottimo suggerimento di mettere il piatto di servizio in forno così da scaldarlo bene e tenere quindi in caldo la carne una volta sfornata.  L'unica cosa è che io invece di cospargere il pollo con la senape in polvere l'avrei massaggiato, per farlo insaporire meglio, ma sono dettagli. 

Preparazione del gravy: anche in questa parte, così come per le patate, secondo me è un po' troppo elusiva e sintetica, sempre tenedo conto che si rivolge anche a chi di cucina sa poco e nulla. Mi togli tutto il fondo di cottura (juices) tranne un cucchiaio (spero di aver capito bene), mi fai sciogliere il fondo nel vino, poi però riparli di far ridurre a metà i juices. Quali? Quelli che avevo tenuto da parte? Il vino? Non è chiaro. Almeno per me non lo è. Io ho proceduto come sapevo, sulla falsariga di altre versioni che avevo di gravy, spero di aver interpretato bene la lezione. Poi magari è tutta colpa delle mie scarse competenze linguistiche, ma non ne sono certa.

Malgrado queste piccole cadute di stile il risultato di questo pollo è eccelso: cotto a puntino e saporito, si sposa perfettamente con le patate, che sono davvero squisite, e la salsa è perfetta per insaporire ed ammorbidire la carne, che come spesso accade al pollo arrosto fatto nel forno di casa tende a non essere poi così morbida e saporita. La salsa avanzata l'ho usata per completare la cottura delle scaloppine che ho fatto il giorno dopo, e sono venute una bontà!

La ricetta, o meglio la sua descrizione, però, proprio per queste ragioni, non ha centrato al 100% spirito del libro illustrato dal suo titolo Home cooking made easy, ed è quindi

PROMOSSA 
(con la richiesta di migliorare la descrizione alla prossima edizione)